mercoledì 17 dicembre 2014

Originali, falsi e copie, alcune Leica a vite a confronto

Dopo più di 70 anni dalla loro fabbricazione, a volte si fa fatica a riconoscere una Leica da un'altra, figuriamoci cosa voglia dire saper riconoscere una Leica da un falso. 
Una volta però che si hanno a disposizione più pezzi per un confronto diretto può essere divertente iniziare una specie di gioco per trovare le differenze visivamente più evidenti.

Iniziamo il gioco del vero o falso?
The true or fake game is going to start...

Poter prendere in mano una macchina fotografica marchiata Leica rende immediatamente l'idea di cosa significhi la meccanica di precisione; se poi si prova a far avanzare la pellicola, far scattare l'otturatore, o più banalmente ad aprire il fondello per caricare un rullino di pellicola tutto risulta più chiaro.
Leica rivoluzionò la storia della fotografia e la vita di molti fotografi consentendo di avere a disposizione una fotocamera maneggevole, rapida nell'utilizzo, robusta e con ben 36 scatti nel formato di mm 24X36 in un apposito caricatore a tenuta di luce.
Leica non fu la prima fotocamera ad utilizzare la pellicola cinematografica (risale al 1908 il primo progetto disegnato da 3 soci catalani per la Lleo Camera; altri pionieri disegnarono e realizzarono dei prototipi, mentre la prima fotocamera 35mm prodotta e commercializzata fu l'americana Tourist Multiple del 1913 che esponeva fotogrammi di mm 18X24, come il quadruccio da ripresa cinematografico), ma fu la prima ad ottenere un grande successo commerciale, grazie alla sua ottima progettazione e qualità, oltre che ad una forma accattivante, moderna e gradevole.
L'altro punto di forza della Leica furono le ottiche di qualità, progettate da Max Berek. Fu proprio lui a disegnare dapprima l'Elmax 50mm f 3,5, (anni di produzione 1921-1925) migliorandolo poi in quello che sarà l'Elmar 50mm f 3,5 rientrante, un obiettivo molto particolare, a 4 lenti, con montatura sia a vite M39X1 che a baionetta M, prodotto fino al 1961. Nel 1957, a questo obiettivo venne affiancato e poi sostituito, dal favoloso, ancora oggi, Elmar  50mm f 2,8.
In totale, in 35 anni furono prodotti 380'000 Elmar 50mm f 3,5.
La logica conseguenza di questo successo tecnico e commerciale s'iniziò ad avvertire fin dagli anni 1930 quando in molti copiarono spudoratamente le piccole fotocamere tedesche, al punto che divenne piuttosto agevole cancellare i marchi dei prodotti russi per incidere poi il logo Leica ed un numero di matricola plausibile.
Furono soprattutto i polacchi ad occuparsi di questa attività partendo dalle fotocamere costruite in Ukraina fin dal 1934, le Fed.



Sono partito nel mio confronto prendendo in considerazione 3 diverse fotocamere: una Fed Type 1b del 1936 circa, copia trasformata in una falsa Leica IID.
Le Fed sono difficilmente identificabili con precisione poiché fino al 1955 erano prive del numero di matricola.

Fed Type Ib (1936) Falsa Leica IID e falso Leitz Elmar 50mm f 3,5
Fed Type Ib 1936, fake of a Leica IID, also the Elmar is fake (look at the crazy m/m written)

Poi ho preso una Leica IIIB autentica che dovrebbe essere stata prodotta intorno al 1939.

Leica IIIB


Ed infine, una vera Fed C prodotta intorno al 1938.

Fed C 1938

Iniziamo il confronto.

Le tre fotocamere si assomigliano molto però non sono uguali
The 3 cameras look similar, but they are quite different

Togliere l'incisione con il marchio della Fed ha consumato la calotta della falsa Leica, questa correzione è verificabile al tatto, ma ovviamente non è facile da rilevare guardando una fotografia su un sito web.

Vera Leica matricola 328879
True Leica

Falsa Leica
Fake Leica

Altre differenze si possono scorgere osservando la disposizione delle viti sul fondello.
The position of the screws on the bottom is different.

Vera Leica
True Leica

Falsa Leica
Fake Leica

Restando ancora sul fondo della fotocamera, ma aprendo il coperchio si notano altre cose interessanti.

Vera Leica
Original Leica

La vera Leica, com'è giusto che sia, è costruita in maniera molto accurata, utilizzando materie prime di pregio e ben rifinita. Sulla sinistra si nota il rocchetto che accoglie la pellicola, assente nell'altra fotocamera (forse è andato perduto), ma la differenza più importante è la presenza del freno dell'otturatore (la rotellina d'ottone) che fa in modo che la tendina non vada a sbattere al ritorno del suo movimento. Se questo accadesse, alcuni fotogrammi potrebbero essere sovraesposti.

Falsa Leica
Fake Leica

La falsa Leica ha una costruzione più economica, meno accurata e con meno pezzi.
Il freno dell'otturatore è assente, com'era assente anche sulle prime Leica.

Un'altra differenza piuttosto evidente è la forma del pulsante di scatto: molto arrotondata sulla Leica, zigrinata e con una fessura sulla falsa Leica.
Vera Leica
Original Leica

Falsa Leica
Fake Leica


A questo punto qualcuno potrebbe giustamente obiettare che la vera Leica ha un mirino sdoppiato per il telemetro e l'inquadratura, mentre la Falsa Leica ha due mirini separati...
Vera Leica

Falsa Leica

Così ho deciso di far entrare in gioco anche una Leica IID, questa volta nera e più vecchia della fotocamera presa in considerazione precedentemente.
Ho fatto questo perché, come si può notare, su questa fotocamera ci sono due finestrelle ben distinte per il telemetro e l'inquadratura, ma è presente anche una levetta della correzione diottrica, assente nella falsa Leica.

Leica IID Matricola 118083 Anno 1934 circa
Leica IID 1934

Notare la forma della cornice della finestrella anteriore relativa all'inquadratura
Different frame of the front square viewfinder

Qui si vede meglio
Here is more visible

Questa Leica IID nera ha la finestrella anteriore diversa dalla falsa Leica, ma ha due finestrelle posteriori simili alla falsa Leica (in quel caso manca la correzione diottrica, come sulla Fed), mentre la IIID cromata ha la finestrella anteriore uguale, ma quelle posteriori diverse.
A questa fotocamera è stata aggiunto in seguito un selettore per la regolazione dei tempi lenti, lo si capisce bene in quanto il metallo utilizzato è di un colore completamente diverso da quello utilizzato in origine. Questo intervento veniva effettuato a Wetzlar.

Oltre alla produzione russa esistevano copie prodotte un po' ovunque, quelle fabbricate in Giappone erano di buona qualità.

This black Leica IID has the front window different from the fake Leica, but it has two rear windows similar to the fake Leica (in that case missing diopter correction, such as the Fed), while the IIID chrome front window has the same, but the rear ones different .
In this camera was added later a selector for adjusting the slow times, it is not difficult to understand this because the metal used is of a completely different color than the one used originally. This operation was performed in Wetzlar.

Besides the Russian production existed copies produced a little everywhere, those manufactured in Japan were of good quality.

Sears Tower Type 3 Anno 1949 circa

Ho preso in considerazione anche questa fotocamera giapponese perché è veramente molto somigliante alla Leica IID, è molto pesante e ben costruita, non se n'è mai parlato in maniera ufficiale, ma visto i rapporti di amicizia tra tedeschi e giapponesi negli anni 1930 e 1940, non mi sorprenderebbe se da Wetzlar fossero arrivati i disegni del progetto di questa IID asiatica.
La produzione veniva effettuata da Nicca Camera Co. fin dal 1942, ditta fondata da un gruppo di persone distaccatosi da Canon. Queste fotocamere montavano originariamente un obiettivo Nikkor 50mm f 2.

I also considered this Japanese camera because it is really very similar to the Leica IID, this model is very heavy and well built, it has not really ever spoken in an official manner, but given the friendly relations between the Germans and the Japanese in the 1930s and 1940s I would not be surprised if they got from Wetzlar drawings of the project of this Asian IID.
The production was done by Nicca Camera Co. since 1942, the firm founded by a group of people came away from Canon. These cameras originally mounted a Nikkor 50mm f 2.

Matricola 28178
Serial number 28178

Nicca, nel 1948 diventerà Nippon Camera Works.
Sears era il nome di un rivenditore americano con sede a Chicago che vendeva per corrispondenza e che nel periodo post-bellico dell'occupazione militare del Giappone, faceva marcare in questo modo i modelli per il mercato statunitense.
Come questa fotocamera Sears Tower Type III sia arrivata fin da noi non è chiaro, ma di certo non ce ne devono essere molte.

Nicca in 1948 will become Nippon Camera Works.
Sears was the name of an American retailer based in Chicago that sold by mail order and in the post-war period of the military occupation of Japan, The models marked in this way were for the US market.
As this Sears Tower Type III has come from us in Milan is not clear, but certainly here there are not so many of these models.

Made in Occupied Japan Anno 1949 circa Il Giappone tornò ad essere un paese libero solo nel 1952
Japan became a free country only in 1952

Come si può notare da questo particolare, stranamente, anche la disposizione delle viti sul fondello corrispondono alla disposizione del montaggio delle vere Leica tedesche. Siamo in presenza di una finta vera Leica?
Nel giorno in cui ho effettuato le mie riprese fotografiche dei pezzi a mia disposizione non ho pienamente considerato questa possibilità, però ora mi vien voglia di far  aprire questa fotocamera ed esaminarla meglio per togliermi qualche dubbio.
Ho verificato in un secondo tempo, si tratta di una copia di ottima qualità, ma manca la smussatura tipica delle Leica, in prossimità della slitta che accoglie il flash.
L'unica vera copia, prodotta fotocopiando i progetti originali tedeschi è la Reid III prodotta a Leicester UK tra il 1951 ed il 1964; questa fotocamera è piuttosto rara ed era rifinita molto bene, al punto che i costruttori inglesi adottavano tolleranze dimensionali più rigorose rispetto  a quelle richieste in casa Leitz che spesso faceva ricorrere gli operai di Wetzlar al martelletto di plastica per il montaggio di alcuni pezzi difficili da assemblare.

As can be seen from this particular, surprisingly, also the arrangement of the screws on the bottom correspond to the mounting arrangement of the true German Leica. Are we at the presence of a fake real Leica?
On the day when I made my photographic shots at my disposal I have not fully considered this possibility, but now I feel like to open this camera and examine it better to take away any doubts.
I verified at a later time, it is a copy of excellent quality, but it lacks the bevel typical of Leica, near the slide which receives the flash.

The only real copy, produced by the blueprints of the original plans is the Reid III produced in Leicester UK between 1951 and 1964; this camera is quite rare and it was finished very well, to the point that the English manufacturers required more rigorous dimensional tolerances than those required in Leitz where workers often made use of rubber mallets for assembly some parts difficult to mount.

Gli oculari della Nicca/ Sears-Tower
Nicca/Sears-Tower viewfinders

Gli oculari ed i telemetri delle Leica degli anni 1930 non erano particolarmente luminosi, tanto che, almeno in questo, le Fed erano migliori, anche se i telemetri russi non reggevano molto bene la collimazione.

The eyepieces of Leica rangefinders of the 1930s were not particularly bright, so much so that, at least in this, the Fed were better, although Russians rangefinders did not stand up very well collimation.
Una finta vera Leica con obiettivo Canon 50mm f 1,5
A fake original Leica with Canon 50mm f 1,5

Anche in questo caso, l'unica differenza esteriore è il pulsante di scatto della Leica IID un po' più arrotondato della Nicca, ma negli anni successivi la sua forma verrà leggermente modificata.


Again, the only external difference is the shutter of the Leica IID a bit more rounded of Nicca, but in the following years its shape will be slightly modified.

Particolare del pulsante di scatto della Leica IID nera del 1938

Concludendo
Le differenze tra un pezzo vero ed uno falso sono molte, dopo aver sentito Gilberto Benni del Leica Store di Firenze, mi sono convinto che un metodo abbastanza veloce per riconoscere una Leica vintage originale è quello di osservare l'angolo a 90° che accoglie la slitta per il flash, se è presente una smussatura possiamo essere abbastanza sicuri d'avere tra le mani una fotocamera Made in Wetzlar.

Conclusions
There are many differences between a real piece and a fake, after talking to Gilberto Benni of the Leica Store in Florence, I am convinced that a fast method sure enough to recognize an original vintage Leica is to observe the 90° angle granting the slide to the flash, if there is a bevel we can be pretty sure we are in front of a camera Made in Wetzlar.

Vorrei anche aggiungere un piccolo consiglio per conservare al meglio l'otturatore delle vostre Leica vintage e qualche valutazione sulla robustezza di questi apparecchi.

A differenza degli otturatori centrali che vanno sempre conservati scarichi per non deformare le molle, gli otturatori a tendina è meglio che siano utilizzati appena possibile, per alternare la posizione di carica della tendina.
Conservare il tessuto della tendina sempre arrotolato o teso, finisce col provocare dei danni al materiale di questi otturatori, pertanto è buona norma conservare le fotocamere talvolta con l'otturatore carico e talvolta con l'otturatore scarico, per evitare che le stoffe prendano forme che poi rendano inutilizzabile il loro uso.
In teoria andrebbero tenuti più scarichi che carichi, ma questa alternanza di posizione è un piccolo lavoro da ricordarsi di fare ogni tanto, anche perché non ci richiede molto impegno e ci evita poi danni più costosi.
Le Fed, come s'è già detto, erano costruite in maniera più grossolana e proprio per questo hanno dei problemi di scorrimento meccanico, i perni che sostengono le tendine, per esempio, sono più semplici dei pezzi made in Leica, non hanno bronzine perfette come quelle tedesche, mentre le tendine, tutto sommato, non vanno male.

Parlare delle Leica a telemetro con passo a vite senza accennare a Zeiss non sarebbe del tutto giusto, poiché anche Zeiss si ispirò alle Leica a telemetro nel tentativo di migliorare il loro prodotto. Nel 1932 Zeiss diede vita al marchio Contax per contrastare il predominio Leitz riguardante  le fotocamere per pellicole 35mm e da allora vi fu una forte rivalità tra questi due marchi tedeschi.
Le vendite delle Contax però non decollarono, la loro complessità tecnica, il loro peso eccessivo, la forma non confortevole con gli angoli vivi e, soprattutto, l'inaffidabilità dell'otturatore a lamelle metalliche non resero questo marchio competitivo con Leica, ma questa è un'altra storia. 

Il mondo Leica è un ambiente abbastanza particolare al quale appartengono grandi appassionati e collezionisti seriali: a tutti, consiglierei di comprare, oltre agli originali, anche qualche copia e dei falsi, sia per rendere la propria collezione più completa, che per conservare pezzi che comunque fanno parte della storia della fotografia e della vita di chi ci ha preceduto affrontando le tante difficoltà degli anni a cavallo delle due guerre mondiali e dell'immediato secondo dopoguerra. Tony Graffio



ORIGINALS, COPIES AND FAKES, OLD LEICA COMPARISON

More than 70 years from their manifacture could be difficult to recognize a Leica from another, could you imagine to distinguish a real one from a fake?
Everything becomes easier by combining the models in a direct comparison.
Being able to pick up a Leica camera immediately makes the idea of what it means precision mechanics; if you then try to advance the film, release the shutter, or more simply to open the case back to load a roll of film everything is clearer.
Leica revolutionized the history of photography and the lives of many photographers allowing them to have a camera handy, quick to use, robust and with 36 shots in the size of 24X36 mm in a special charger light-tight.
Leica was not the first camera to use the cinematographic film (the first project designed and patented by 3 Catalans is dating back to 1908 for the Lleo camera; other pioneers drew and realized prototypes, while the first 35mm camera to be produced and sold was the American Tourist Multiple 1913 that exposed frames of 18X24 mm, as the film gate film cameras), but was the first to get a great commercial success, thanks to its excellent design and quality, as well as an attrative, modern and pleasant shape.
The other highlight of the Leica were lenses quality, designed by Max Berek. It was he who first draw the Elmax 50mm f 3.5, (production years 1921 to 1925) and then improving it in what will be the Elmar 50mm f 3.5, a very specific, 4 elements lens, produced in screw mount M39X1 and bayonet M, until 1961. in 1957, this lens was joined and then replaced, from the fabulous, even today, Elmar 50mm f 2.8.
In total, in 35 years were produced 380,000 Elmar 50mm f 3.5.
The logical consequence of this technical and commercial success was begun to experience since the 1930s when many copied shamelessly small German cameras, to the point that it became quite easy erase the marks of Russian products to hack then the Leica logo and a plausible serial number.
They were especially the Polish to take care of this activity starting with the cameras built in Ukraine since 1934, the Fed.
I started in my comparison considering three different cameras: a Fed Type 1b 1936 (The date of production is estimated by the autor of this article), transformed into a false copy Leica IID.
The Fed is difficult to identify precisely because until 1955 had no serial number.
Then I took an authentic Leica IIIB that should have been produced around 1939.
And finally, a real Fed C produced around 1938.
Remove the incision with the mark of the Fed has a bit worn-out the cover of false Leica, this fix is verifiable touching the surface of the camera body, but of course it is not something easy to detect looking at a photograph on a website.
Other differences can be seen by looking at the arrangement of the screws on the bottom.
Still remaining on the bottom of the camera, but by opening the lid you can see other interesting things.
The true Leica, as it should be, is built very accurately, using raw materials of value and well finished. Turn left onto the spool that welcomes the film, absent in the other camera (perhaps has been lost), but the most important difference is the presence of the brake shutter (wheel of brass) that makes sure that the curtain does not hit the back of his movement. If this happens, some frames may be overexposed.
The false Leica has a cheaper construction, less accurate and with fewer pieces.
The brake shutter is absent, as was also absent on the first Leica.

Another rather obvious difference is the shape of the shutter button: very rounded on Leica, knurled and with a slit on the false Leica.

At this point someone might rightly argue that the true Leica viewfinder has a split for the rangefinder and the frame, while the fake Leica has two separate viewfinders...

So I decided to bring into this game another Leica, this time a IID black, older of the camera considered previously.
I did this because, as you can see, on this camera there are two distinct windows for the rangefinder and the one for the right image composition, but here there is also a lever of diopter correction, absent in the false Leica.

Important note for the english language readers: 
now it's better to read the captions of the pictures to understand better this article.

A little advice to better preserve the shutter of your vintage Leica and some evaluation on the robustness of these devices.

Unlike the central shutters that must always be stored unloaded for not deform the springs of the shutters is better to use often your curtains shutter-cameras, to alternate the position of the charge.
Store the fabric of the curtain always rolled up or tensioned, end up could be causing damage to the material of these shutters, therefore it is good practice to keep the cameras sometimes with the shutter load and sometimes with the shutter unarmed, to prevent the fabrics take forms that then can make unusable for photographic purposes.
In theory it should be kept longer unarmed, but this alternation of position is a little work to remember to do every so often, because we do not require much effort and then we avoid more costly damage.
The Fed, as has been already said, were built in a simpler way and for this reason they have problems of mechanical sliding, the pins that support the curtains, for example, are the simplest of the pieces made in Leica, do not have perfect bushings like those made in Germany, while the curtains, after all, do not go so wrong.

Speaking of the rangefinder Leicas without mentioning Zeiss would not be entirely fair, since even Zeiss was inspired by the rengefinder Leicas in an attempt to improve their product. In 1932 Zeiss created the brand Contax to counter the Leitz dominance on 35mm film cameras and since then there was a strong rivalry between these two German marks.
Sales of Contax did not took off, their technical complexity, their excessive weight, the shape not so comfortable with 90° corners, and especially the unreliable metal plates shutter did not make this brand competitive with Leica, but this is another story.

The Leica world is a rather particular world in which belong great fans and collectors: to all, I would recommend to buy, in addition to the originals, even a few copies and Leica fakes, to make their collection more complete and retaining pieces that still are part of the history of photography and of the lives of those who came before of us facing the many difficulties of those years at the turn of the two world wars and the immediate post-war period. Tony Graffio












lunedì 15 dicembre 2014

May 14, 1944 Vicenza bomb strike

Il 14 maggio 1944, 365 B24 Liberator bombardarono una vasta zona del Veneto.
Vicenza era già stata altre volte un bersaglio degli americani, ma quel giorno si ebbero le perdite più gravi e le distruzioni maggiori.
Mia nonna era originaria di Asiago, per un certo periodo di tempo visse anche a Vicenza; negli anni 1940 però, lei risiedeva già a Milano, non so come sia entrata in possesso di circa 250 stampe originali dell'epoca che ritraggono una delle città più industrializzate d'Italia dopo il passaggio degli stormi dell'USAAF.
Oggi, io conservo questi documenti che potrebbero essere interessanti anche per meglio raccontare la storia di Vicenza, non so se esistano altre copie di questi scatti, o se fanno parte di un lotto unico, mi rendo comunque disponibile ad essere contattato da chi abbia interesse ad approfondire questo argomento.
Il mio intento è quello di tornare sui posti indicati da queste fotografie per effettuare dei nuovi scatti che a distanza di più di 70 anni servano a far vedere come è mutato il territorio e quali beni architettonici sono andati perduti per sempre.
Da sempre sono interessato ai mutamenti provocati dal trascorrere del tempo ed ad una lettura in chiave attuale dei luoghi nei quali viviamo.
Chi volesse sostenere questa ricerca estetica e storica mi scriva a ortodossiafotografica@gmail.com, o mi chiami allo 3339955876. Tony Graffio

Corso Ettore Muti, Chiesa di San Gaetano

Corso Ettore Muti

Piazza Marconi, Scuole San Francesco

Viale Mazzini, Scalo Ferroviario

Vicenza Borgo Berga

Fotografia aerea di Vicenza ripresa dal 376th Heavy Bombing Group

On May 14, 1944, 365 B24 Liberator bombed a wide area of the Veneto.
Vicenza had been already a target of the Americans,but that day this city had the greatest losses and the worst destructions.
My grandmother was from Asiago, for a certain period of time she also lived in Vicenza; in the 1940s, however, she already lived in Milan. I do not know how she got in possession of about 250 original prints of the period depicting one of the most industrialized cities of Italy after the passage of USAAF flocks.
Today, I keep these documents that could be interesting also to better tell the story of Vicenza. I do not know if there are other copies of these photos, or if they are part of a single lot, I am still willing to be contacted by anyone interested in exploring this topic.
My intention is to get back on the places indicated by these photographs to make new shots that after more than 70 years to show how the area has changed and what architectural heritage have been lost forever.
I have always been interested in the changes caused by the passage of time and to be interpreted in a current of the places where we live.
Anyone wishing to support this aesthetic and historical research, please write me at ortodossiafotografica@gmail.com, or call me at 3339955876. Tony Graffio