domenica 21 settembre 2014

Tradizione e sperimentazione, un ritorno alle origini della fotografia

Presentazione degli intenti di ORPHO (ORtodoxia PHOtographica)

Da molti anni, mi interesso di immagine, simbologia, luce, conservazione dell'energia, viaggi nel tempo, arte e comunicazione, tutti elementi si che si possono racchiudere in una sola parola: fotografia.
I mezzi digitali stanno monopolizzando l'ambiente di chi realizza immagini con finalità commerciali, questi strumenti sono abbastanza flessibili e permettono d'accorciare i tempi di produzione, gli interventi in post-produzione consentono di fare cose mirabolanti, impensabili fino a soltanto un decennio fa, ma standardizzano poi il risultato finale perché le macchine agiscono e pensano quasi tutte allo stesso modo, le immagini digitali non hanno molta profondità e non trasmettono grandi emozioni.
Omologare le aspettative del fruitore in realtà, più che un difetto potrebbe essere una garanzia, poiché abitua il cliente a vedere sempre lo stesso tipo di prodotto, a non avere sorprese e a credere di sapere ciò che vuole, perché quando c'è tanto materiale di questo tipo in giro, quasi nessuno osa chiedere qualcosa di diverso.
Poi ci sono dei budget sempre più bassi da far quadrare, così si pagano poco le idee, ma restano i costi dei materiali che non sono diminuiti, pertanto si stampa molto meno e ci si scambia dei file, anzi che dei fogli trasparenti o delle stampe di carta.
Si eliminano fasi di lavorazioni scegliendo sempre di scattare in digitale così poi si potrà correggere o stravolgere ogni cosa e perfino cambiare idea su soggetti, colori e proporzioni.
La fotografia si fa sempre meno in fase di ripresa, tutti si millantano direttori di qualcosa, ma in pochi sanno poi disporre le luci sul set, o correggere una prospettiva. Ci penserà poi qualche software a sistemare tutto.
In un mondo in cui i giornali, le riviste, ed i libri di carta stanno lentamente scomparendo, rimane poco spazio per la stampa.
Ci sono ancora i manifesti, certi allestimenti speciali, qualche mega scenografia impressa su vari materiali con plotter titanici, ma si tratta di casi particolari, la maggior parte delle immagini finisce sul web ed è qui che viene fruita.
Disgiungere un'immagine prodotta da una fotocamera digitale dalla sua stampa è qualcosa di insolito per me, al punto che non mi sembra neppure fotografia; in più mi rendo conto che oltre al mezzo, la diversa resa cromatica dei supporti può creare un po' di confusione, al punto che spesso si evita di stampare, anche per un utilizzo privato della salvaguardia dei ricordi familiari.
Da anni, continuiamo a chiederci cosa resterà delle varie schede elettroniche di immagazzinamento dei dati e della possibilità di renderle leggibili in un non lontano futuro, eppure si continuano a sfornare in continuazione nuovi tipi di file Raw, software e sempre nuove generazioni di apparecchiature incompatibili con i "vecchi" sistemi.
E' evidente che il mondo commerciale ci sta allontano dal contatto diretto con le immagini, pensare di dover disporre di apparati, tecnologia, energia, algoritmi matematici ed altre complicazioni per accedere alla decodificazione di segnali elettrici che verranno poi trasformati in un'immagine analogica, fruibile chissà su quale tipo di supporto, trasforma l'amore per le immagini in passione per la tecnologia che, obiettivamente, è qualcosa di diverso dalla fotografia.
Per questo motivo, non mi occuperò di fotografia commerciale, ma mi interesserò della fotografia come mezzo d'espressione personale, come campo di ricerca artistica e di gioco di menti fervide che sperimentano vecchie e nuove tecniche per passione, per amore del bello e talvolta anche di ciò che sembra non avere senso, come appendere un'immagine ad un muro.
Di recente, mi sono accorto che nella fotografia classica si stanno già perdendo molte conoscenze e si sta facendo sempre più fatica a reperire sia alcuni dati che alcuni prodotti. Certi argomenti vengono trattati in modo un po' mitologico, come se non esistessero più parametri di riferimento, o persone capaci di spiegare in maniera corretta questi procedimenti.
Spesso, parlando con le persone che incontro in vari ambienti fotografici, resto stupito su quanto rapidamente certe informazioni stiano cadendo nell'oblio.
Ho così pensato d'effettuare un ritorno alle origini fotografiche per mostrare la grande gamma di possibilità offerte dai metodi di registrazione dell'immagine foto-chimica e indagare nell'ambiente degli appassionati di queste tecniche, per scoprire chi e perché si dedica a queste attività, raccontando delle loro storie e delle loro opere.
Sarà mia cura anche effettuare delle prove in prima persona e relazionarvi di ciò che penso.
Molti ragazzi si avvicinano alla fotografia chimica con curiosità, dopo aver affrontato la fotografia elettronica e si sorprendono di come le cose accadono all'interno di apparecchi molto semplici di cui si riesce facilmente a capire il funzionamento, anziché prendere per buono quello che avviene all'interno di scatole chiuse, come capita in molte apparecchiature più moderne.
In questo nuovo blog fotografico, mi propongo d'incontrare i fotografi che fanno qualcosa d'interessante, sia a livello tecnico che estetico.
Tenterò di riesumare tecniche tradizionali che consentono di produrre fotografie su carta, film o altri mezzi, mostrare immagini interessanti, visitare mostre, parlare di fotocamere, pellicole ed altri strumenti utilizzabili per la ripresa, lo sviluppo, la stampa, la finitura e la presentazione di immagini sui supporti analogici. Vorrei anche effettuare prove, comparazioni e ricercare nuove possibilità di fare della fotografia in maniera divertente e non del tutto ortodossa.
Ovviamente, non voglio fossilizzarmi in un ambito troppo chiuso che non analizzi anche quello che accade nel mondo contemporaneo, pertanto credo che ogni tanto visiterò il mondo digitale, non tanto per presentare nuovi prodotti commerciali, ma per valutare a che punto sia arrivata la tecnica e scoprire cosa è possibile fare con i nuovi strumenti che ci propone il mercato. Tony Graffio

English text



Tradition and experimentation, a return to the origins of photography
Presentation of the purposes of ORPHO (ORtodox PHOtography)

For many years, I've been interested in image, symbols, light, energy conservation, time travel, art and communication, all elements that can be summarized in one word: photography.
Digital media are monopolizing the environment of those who create images for commercial purposes, these tools are quite flexible and allow to cut production times, with interventions in post-production. You can do do amazing things with a computer, unthinkable until only a decade ago, but this way to operate standardises the final result because the machines act and think almost all in the same way. Digital images do not have much depth, and do not convey emotions.
Approve the expectations of the viewer in reality, rather than a defect might be a warranty, since the client to get used to seeing the same type of product, will not be surprised to know and to believe what he wants. When around there is so much material of this type, almost no one dares to ask for something different.
Then, budgets are becoming always lower, so there is not much money to pay ideas and material costs have not diminished, therefore you are printing less and swap files, rather than sheets of transparencies or prints paper.
This fact eliminates processing steps. Nearly everybody always choosing to shoot digitally so then you can correct or overturn everything and even change your mind about the subjects, colors and proportions.
Everybody boast of being director of something, but in these days, in Italy, there are just a few young potographers still able to light a set or to correct a perpective with a view camera. There is this tendency to think that softwares will fix everything instead of us.
In a world where newspapers, magazines, and paper books are slowly disappearing, there is little room for the press process.
There are still big posters to print to put on facade of the buildings and in others big spaces, but most of the images end up on the web and it is here that they are watched.
Separate an image produced by a digital camera from his printing is something unusual for me, to the point that I do not consider this electronic view the real photography.
I also realize that, in addition to the medium, the color rendering of different media can create a bit of confusion. Just a few people feel to be in the need to print their pictures, even for private use ,in the preservation of family memories.
For years, we continue to ask ourselves what will remain of the various electronic cards data storage and the ability to make them readable in the not too distant future, yet they continue to churn out continuously new types of raw files, software, and new generations of equipment incompatible with the "old" systems.
It's clear that the commercial world is moving away from direct contact with the images, thinking of having to dispose of new gears, technology, energy, mathematical algorithms, and other complications for access to the decoding of electrical signals which are then processed in an analog image, usable who knows in what kind of support, turns the love of images in a passion for technology that, objectively, it is something different from photography.
For this reason, I'm not deal with commercial photography, but I'm going to speack of photography as a medium of personal expression, as a field of artistic research and a game for fervid minds that experience old and new techniques for passion, for the love of what is beautiful and sometimes even what does not make sense, such as hanging a picture on a wall.
Recently, I noticed that in the classical photography we are already losing a lot of knowledge and it is getting increasingly difficult to find some data and some product.
Some topics are treated in a somewhat mythological, as if there were no more benchmarks, or people who can properly explain these procedures.
Often, talking with the people I meet in various photographic environments, I am amazed at how quickly certain informations are falling into oblivion.
So I thought to come back to the origin of photography to show the wide range of possibilities offered by the methods of image registration and of photo-chemical process to investigate the environment of the fans of these techniques, to find out who and why is devoted to these activities, telling of their stories and their works.
I will be sure also to experiment in the first person and to relate to what I think.
Many guys approach to chemical photography with curiosity, after dealing with electronic photography and are surprised at how things happen inside equipment that is very simple and how easily you can understand the operation, instead of taking for good what happens to something inside a closed box, as happens in many more modern equipment.
In this new photo blog, I intend to meet photographers who are doing something interesting, both technically and aesthetically.
I will try to resurrect traditional techniques that allow you to produce photographs on paper, film or other means, show interesting pictures, visit exhibitions, talk about cameras, film and other instruments used for shooting, developing, printing, finishing and presentation of images on analog media. I would also carry out tests, comparisons and search for new ways to make photography in a fun way and not always quite orthodox.

Obviously, I do not want to fossilize myself in a strict area of interests, I will also analyze what happens in the contemporary world, so I think every now and then I'm going to visit the digital world, not so much to present new commercial products, but in order to assess to what extent the technique has come and find out what you can do with the new tools that the market offers us. Tony Graffio









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